OSSERVAZIONI SULL’INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIE ITALIANE

L’attuale incubo delle famiglie italiane è rappresentato dallo spettro del pignoramento del proprio appartamento in seguito al mancato pagamento delle rate del mutuo. La situazione è molto allarmante tanto che, al 31 agosto 2008, i tribunali italiani registravano in media un aumento del 30% dei pignoramenti immobiliari rispetto a luglio 2007.

A Milano si è passati dai 1.675 del 2007 ai 1.964 di quest’anno. Basta fare un giro per le cancellerie delle esecuzioni immobiliari dei tribunali per capire l’aria che tira; ad agosto c’è stata un’insolita attività da parte degli avvocati impegnati a salvare la casa dei loro assistiti. La riforma del diritto fallimentare ha snellito le procedure per arrivare alla vendita dell’immobile pignorato e, di conseguenza, non è più tempo di accordi extragiudiziali tra banche e debitori: allo scadere della sesta rata impagata scatta la procedura esecutiva. A Milano, nel solo mese di agosto, si è arrivati a 300 decreti ingiuntivi depositati, quando lo scorso anno erano poche decine. Lo stesso accade a Roma dove nell’intero anno 2007 i decreti ingiuntivi sono stati 1.547 contro i 1.199 al 31 agosto del 2008 (un dato che, proiettato a fine anno, porta a quota 1.800).


Si è dunque consolidata una tendenza pericolosa rispetto alle prime avvisaglie dello scorso anno; d’altronde non è pensabile che una crisi mondiale così grave non colpisca in qualche modo anche l’Italia. Diverso è però l’approccio che i vari governi stanno adottando: in Inghilterra si è arrivati a varare un piano straordinario di aiuti alle famiglie per 2 miliardi di sterline (quasi tre miliardi di euro); negli USA, oltre alla nazionalizzazione delle principali banche d’affari e degli istituti assicurativi, lo stato ha stanziato una forte cifra a sostegno delle famiglie.


E in Italia? Per i mutui a tasso variabile, oltre alla legge Bersani sulla rinegoziazione e sulla portabilità, si è varato soltanto l’allungamento della durata dei mutui tornando momentaneamente al tasso d’interesse del 2006. Una soluzione che consente di abbassare l’importo della rata , ma tale beneficio si paga a fine prestito con gli interessi. Non vi è pertanto nulla di strutturale mente l’orlo del baratro si avvicina per le famiglie impegnate al pagamento della propria casa. Il loro debito verso le banche ammontava alla fine del 2007 a 265,45 miliardi di euro, in aumento dell’8,7% rispetto al 2006. Non si conoscono i dati dell’anno corrente ma tale tendenza è cresciuta in modo esponenziale.


A rendere ancora più pesante la situazione, la maggior parte delle famiglie italiane impegnate a districarsi per poter pagare le rate del mutuo, sono anche fortemente indebitate per i crediti al consumo. Il ricorso a tale forma di credito è in continua ascesa per colpa del costante incremento del costo della vita che colpisce soprattutto beni di primissima necessità (farina +21%, pane +10,3%, patate +11,7%) e dalla pressoché immobilità dei salari e degli stipendi.


Alla fine del 2007 i debiti contratto sotto forma di credito al consumo ammontavano a 98,6 miliardi di euro (in aumento dell’11,3% sul 2006) e prestiti personali ed altri affidamenti per un totale di circa 500 miliardi di euro. Il tasso di indebitamento delle famiglie italiane (il rapporto tra debito e ricchezza disponibile) sta crescendo vorticosamente ed avvicina sempre più le famiglie italiane, una volta considerate “popolo di formiche” per la forte propensione al risparmio, al resto d’Europa. Tale rapporto in Italia è al 50 per cento contro il 74,3 per cento della Francia, il 100 per cento della Germania ed il 169 per cento della Gran Bretagna.


Ma il ricorso alla rateizzazione, secondo l’Abi, è sempre più una necessità che una scelta e praticamente ogni cittadino italiano è virtualmente indebitato per 1.590 euro. Praticamente si fa ricorso al credito per ogni necessità come l’acquisto di libri scolastici, spese mediche, elettrodomestici e perfino generi alimentari. Il problema è quindi diventato ormai molto serio e non bastano più neanche gli ammortizzatori sociali. Si gratta il fondo del barile, come dimostra l’emorragia dei riscatti dei fondi d’investimento, classici salvadanai rotti nel momento di difficoltà.Cosa succederà in futuro? A breve la situazione non può che peggiorare dato che la crescita del Paese è ormai negativa e quindi la disponibilità economica delle famiglie non aumenterà.


Lorenzo Bottalico



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