Conciliazione paritetica con WIND

L'ARCO Consumatori ha siglato il Protocollo d'intesa con Wind Telecomunicazioni S.p.A per l'avvio della procedura di conciliazione paritetica, per la risoluzione di eventuali controversie tra l'azienda e i consumatori. Con questo accordo i clienti Wind potranno essere rappresentati da un conciliatore ARCO Consumatori per risolvere su base volontaria e in via extragiudiziale eventuali contrasti con l'operatore, riducendo i tempi del contenzioso.

Nello specifico, i clienti, che abbiano già presentato un reclamo a cui non sia stata data una risposta soddisfacente, entro i termini previsti dalla Carta dei Servizi, potranno fare domanda di conciliazione. La procedura si attiva compilando un modulo disponibile on line o recandosi presso la sede dell'Associazione.

Nel modulo il cliente indicherà i dati e la causale relativa alla tipologia di controversia che sarà presentata alla Segreteria di conciliazione. Le singole domande saranno valutate, da una Commissione di Conciliazione Paritetica. Se la proposta di conciliazione sarà accettata dal consumatore, questa sarà ratificata in un atto che estinguerà la controversia.

Il dott. Giovanni Diaco Presidente di Arco Emilia-Romagna afferma "Estendere il ricorso alla conciliazione paritetica è un passaggio fondamentale per migliorare la qualità del rapporto tra utenti e aziende".

GARANZIE POST-VENDITA

Scarica la GUIDA




Occhio al difetto!
La garanzia legale di conformità è un efficace strumento a disposizione di ogni consumatore, che lo tutela contro l’acquisto di beni difettosi o non conformi al contratto di vendita.

Qual è la normativa di riferimento?
Grazie al recepimento della Direttiva 1999/44/CE con il D.Lgs. 2 febbraio 2002 n. 24 e con l’introduzione del Codice del Consumo (artt.128-135 D.lgs. 6 settembre 2005 n.206),la garanzia legale è stata innovata in senso più favorevole al consumatore. Tale normativa, inderogabile, si affianca a quella codicistica previgente (Codice Civile - artt. 1490e ss.) e alla eventuale garanzia contrattuale (convenzionale) voluta dalle parti.

A quali contratti si applica?
A tutti i contratti di vendita di beni di consumo e a tutti i contratti per la fornitura di beni da fabbricare o produrre (permuta, appalto, opera, somministrazione) stipulati tra consumatori e venditori.

A quali beni si applica?
A tutti i beni mobili. Sono esclusi dalla legge: i beni immobili, i beni oggetto di asta giudiziaria, l’energia elettrica, le utenze di acqua e gas.

Si applica anche ai beni usati?
Sì, per i difetti che non derivano dall’uso normale della cosa. Le parti possono limitare la durata legale della garanzia (24 mesi) e ridurla ad un periodo in ogni caso non inferiore ad un anno.

Chi ha diritto alla garanzia?
Il consumatore, cioè la persona fisica che ha agito per scopi estranei alla propria attività professionale e/o imprenditoriale. La garanzia non sussiste nei rapporti tra privati né in quelli tra operatori commerciali ai quali, diversamente, si applica la normativa del Codice Civile.

In quali casi opera?
La garanzia copre i difetti di conformità già esistenti al momento dell’acquisto del bene e/o che si manifestano entro 24 mesi dalla consegna.Il venditore deve fornire beni che siano: idonei al loro normale uso o a quello particolare voluto dal consumatore; conformi alla descrizione del venditore; dotati di qualità e prestazioni che il consumatore può ragionevolmente

Che rimedi prevede la garanzia legale?
Il consumatore, a sua scelta, salvo impossibilità o eccessiva onerosità (es. riparare il bene è più costoso che sostituirlo), deve chiedere direttamente al venditore, la riparazione o la sostituzione del bene difettoso. Questi rimedi devono essere eseguiti entro un tempo congruo e senza spese e oneri per il consumatore (es. spese di spedizione, manodopera, materiali). Se i suddetti rimedi sono impossibili o eccessivamente onerosi, si può chiedere la risoluzione del contratto o la riduzione proporzionale del prezzo.
Quando e come posso farla valere?
La garanzia si applica per tutti i difetti che si manifestino entro 24 mesi dalla consegna. Il consumatore, entro 2 mesi dalla scopertadel difetto, può rivolgersi direttamente ed esclusivamente al venditore. In caso di rifiuto del venditore è preferibile inviare raccomandata A/R. È importante conservare tutti i documenti (scontrino e, in mancanza, copia dell’assegno, scontrino di bancomat o carta di credito, fattura purché non intestata a professionista con partita IVA) da cui risulti la data di acquisto. La prescrizione di ogni azione è quindi di 26 mesi (24 mesi per il verificarsi del difetto + 2 mesi per la denuncia di esso). Nel caso il difetto si verifichi nei primi 6 mesi dalla consegna, si presume che esso esistesse sin dall’origine e sarà il venditore a dover provare il contrario. Se il difetto si manifesta oltre i primi 6 mesi, la prova sarà a carico del consumatore ad es. tramite dichiarazione scritta di un tecnico o perito.

Esistono altre forme di garanzia post vendita?
Alla garanzia biennale può aggiungersi, ma mai sostituirsi, la garanzia “convenzionale”, con cui il venditore e/o il produttore assumono obblighi aggiuntivi verso il consumatore, senza costi supplementari (es. garanzia “soddisfatti o rimborsati”; fornitura di servizi accessori come auto sostitutiva; prolungamento della garanzia biennale).

ATTENZIONE!
La garanzia legale è INDEROGABILE.
Sono nulle tutte le clausole contrattuali o patti separati che la escludano o limitino.

Canone RAI, basta ipocrisie!

Il canone cosi com’è non ci piace. I motivi sono noti, Non c’è proporzione fra il costo della tassa e la qualità del servizio. Siamo per pagare solo il giusto. Ma cos’è il giusto? Per esempio è giusto che paghiamo per quello che ci serve e per questo, non abbiamo bisogno di tre reti. Ne basta una. Le altre se le paghino chi vuol vedere quello che gli viene offerto dalle tv commerciali. In libera concorrenza. Mi piace quella partita di calcio ? Me la pago. Voglio vedere il concorso di Miss Italia? Me lo pago. Quel che non arriva dal pagamento del singolo spettacolo, la rete se lo procuri con la pubblicità. Se non copre le spese, chiuda e lasci spazio a chi sa far di meglio.
Per la rete che svolge un servizio pubblico la musica dovrebbe essere diversa. Senza ancora pensare ad una razionalizzazione dei costi, un terzo delle reti, un terzo del canone . La pubblicità ? Poca, eventuale e solo quanto basta per coprire i costi.
Per i programmi vorremmo per esempio, dalla rete del servizio pubblico, risposte legate alle nostre domande d’informazione, di approfondimento, di cultura politica, oppure occasioni di crescita culturale con servizi dedicati a cinema, teatro, musica di qualità.
Ci piacerebbe avere messaggi positivi su come fare impresa, su come essere buoni consumatori, su come favorire la cultura dei diritti civili, della parità di genere, dell’accoglienza e dell’integrazione: Vorremmo ricevere stimoli per la soluzione positiva dei problemi di ogni giorno. I temi? Uno fra mille ad esempio, su come essere aiutati alle relazioni interpersonali, dalla storia, dalla filosofia, dalla psicologia, dalle testimonianze di spiritualità, senza prediche e condizionamenti ecc.
E sui costi, vorremmo una trasparenza totale e una commissione di garanti, fuori dalla spartizione dei partiti.
La levata di scudi da parte dei partiti cosiddetti democratici a favore della obbligatorietà del canone, puzza d’imbroglio. Prima di difendere il canone occorre che chi vuole essere credibile con i cittadini ci dica che è contro la tassa sul possesso dei televisori e degli altri apparecchi utili a ricevere le trasmissioni, riaffermi il principio che si paga per quello che si riceve, che si utilizzeranno solo le maestranze che servono senza regalare pensioni anticipate a persone inutili, che si attiveranno forme di controllo dal basso sia sui programmi che sulla gestione finanziaria, che non si accetterà piu che la libertà d’informazione diventi l’alibi per far pagare ai consumatori, a piè di lista, il disservizio attuale.
Moralisti del PDL, del PD, dell’UDC, della LEGA, dell’ ITALIA DEI VALORI, se ci siete, battete un colpo o smettetela di fare teatrino, prima, occupando tutti i posti disponibili a raffiche di mitra e poi, piagnucolandovi addosso sulla invadenza della politica nella principale azienda culturale italiana, in nome della libertà della cultura e dell’informazione.
Ormai il re è nudo e non è un granché!

Dal 1° gennaio 2010 nuovo blocco per le chiamate a sovrapprezzo da rete fissa



Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
COMUNICATO STAMPA



Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato oggi, al termine di un’apposita consultazione pubblica, un nuovo provvedimento di blocco automatico delle chiamate verso le numerazioni più costose e critiche, per contrastare fenomeni di addebiti ingannevoli in bolletta per servizi non richiesti.



Il provvedimento si è reso necessario a seguito delle recenti sentenze del Consiglio di Stato che hanno annullato per motivi procedurali il precedente sbarramento entrato in vigore il 1° ottobre 2008.



La nuova data di attivazione del blocco permanente è fissata per il 1° gennaio 2010.
Anche dopo tale data, gli utenti avranno la possibilità di chiedere, con una semplice telefonata al proprio gestore, di rimuovere il blocco permanente o di sostituirlo con un blocco a PIN.


Roma, 28 ottobre 2009

Ordini per telefono: si può richiedere copia della registrazione

Anche la voce è un dato personale. La registrazione di un colloquio telefonico che comporta l'attivazione di un nuovo servizio commerciale deve essere resa disponibile all'interessato che ne faccia richiesta: non è sufficiente che l'azienda gli fornisca la trascrizione dei contenuti della conversazione.

Lo ha stabilito il Garante privacy (con un provvedimento di cui è stato relatore Giuseppe Fortunato) accogliendo il ricorso di un consumatore che contestava l'attivazione di un contratto da parte di un gestore telefonico attraverso la prassi del "verbal ordering", ovvero la chiamata con la quale avrebbe aderito ad una proposta commerciale. Il ricorrente aveva chiesto alla società telefonica una copia della registrazione del colloquio. Il gestore aveva fornito all'interessato solo una sintesi scritta dei contenuti di quella telefonata. Insoddisfatto del riscontro ottenuto l'utente si era rivolto all'Autorità.

Nel dare ragione al ricorrente il Garante ha precisato che anche suoni ed immagini costituiscono dati personali rispetto ai quali gli interessati possono far valere i diritti loro riconosciuti dalla normativa in materia di privacy. Il diritto di accesso ai dati personali contenuti nel "verbal ordering" non può, dunque, ritenersi pienamente soddisfatto dalla trasposizione fornita dall'azienda, in quanto solo la registrazione consente di accedere al dato vocale. L'Autorità ha quindi ordinato al gestore di mettere a disposizione del ricorrente la registrazione del colloquio telefonico.

"Tutelare i propri diritti – ha dichiarato il relatore Giuseppe Fortunato – significa anche essere garantito rispetto alle proprie parole dette che restano proprie anche se in possesso altrui".

Conciliazione in condominio

La conciliazione come condizione di procedibilità. Nelle cause in materia di condominio,di locazione,di affitto d’azienda,di comodato,di successione ereditaria. Possibili sanzioni per chi rifiuta il tentativo di mediazione,ma anche per l’avvocato che non segnala al cliente la possibilità di una soluzione stragiudiziale della controversia. Infine incentivi di natura fiscale alle parti. E’ su queste ipotesi che sta riflettendo il ministero della Giustizia per dare attuazione alla delega contenuta nella legge di riforma del processo civile. Il testo dovrà essere approvato per la fine dell’anno e ieri il punto della situazione è stato fatto in un convegno milanese dal capo dell’ufficio legislativo del ministero,Augusto Iannini.

Iannini,che ha sottolineato di non amare un approccio alla materia della conciliazione in una chiave di esclusivo alleggerimento della macchina giudiziaria,ha ricordato però che al ministero si sta pensando di incidere su alcune delle tipologia di controversie che hanno un maggiore impatto sui tribunali. Di qui il progetto di andare a introdurre un tentativo vincolante di conciliazione,vera e propria condizione di procedibilità,nelle liti condominiali,immobiliari e successorie.


Un progetto che però – ammette Iannini – deve fare ancora i conti con alcuni nodi da sciogliere. Del tipo: ma chi paga il mediatore ? Il ministero naturalmente non può ( e forse neppure deve ) e se c’è accordo possono pagare le parti. Ma poi c’è il problema del trattamento da riservare alla parte ammessa al gratuito patrocinio. Sul piano degli incentivi, dal responsabile dell’ufficio legislativo di via Arenula è arrivata l’indicazione di una proposta per ricomprendere le indennità al mediatore tra le voci deducibili oppure tra i crediti d’imposta, mentre più complessa è la partita delle penalizzazioni. Che potrebbero colpire sia le parti sia i legali. Sul primo fronte già la legge delega apre a una condanna al pagamento delle spese anche per la parte che ha rifiutato una proposta di conciliazione dal contenuto identico a quanto poi ottenuto in sede di giudizio. Da parte del ministero si sta però ancora riflettendo se inserire o meno questa previsione nel futuro decreto, mentre si conferma la possibilità per gli avvocati di costituire propri organismi di conciliazione come pure potranno fare i professionisti in alcune materie ( per esempio i dottori commercialisti nel settore tributario ).


Come pure oggetto di riflessione è una sanzione di natura deontologica nei confronti dell’avvocato che non ha avvisato,come prevede la stessa delega,il proprio cliente della possibilità di andare davanti a un mediatore per risolvere più rapidamente ( 4 mesi al massimo,lo stabilisce la stessa legge sul processo civile ) la causa.


Gli avvocati – ha precisato Iannini – non devono temere di perdere clientela perché penso sia molto probabile che,anche se non è previsto un obbligo di assistenza legale,il proprio cliente avvisato della conciliazione vorrà avere accanto il legale anche nel percorso di mediazione “.
fonte: Il Sole 24 Ore

Mutui: le previsioni su Euribor e Irs

Da quando la Banca Centrale Europea ha deciso di emettere il suo primo Pronto Contro Termine a 12 mesi, nelle casse degli istituti di credito è arrivata una maggiore liquidità, che ha influito sui tassi Euribor riducendoli ai minimi storici, che al fixing del 26 giugno 2009 hanno registrato i nuovi minimi storici. La scadenza a un mese base 360 è infatti scesa allo 0,783% dallo 0,828% di ieri, mentre il tasso a 3 mesi ha toccato l'1,12% (da 1,145%). La notizia sarà senz'altro salutata con un certo sollievo dalle famiglie che hanno un mutuo a tasso variabile, i cui interessi sono proprio legati a questo tipo di tassi interbancari. A fine giugno, fra l'altro, saranno riparametrate le rate di molti prestiti casa, compresi quelli semestrali che ancora sono legati ai tassi di fine 2008, e c'è da mettere conto nei prossimi mesi un forte sconto rispetto al passato negli esborsi da versare alle banche.


Possibili nuove discese


La dinamica dei tassi Euribor è in questi giorni fortemente influenzata dalla mossa senza precedenti della Banca centrale europea, che mercoledì scorso ha di fatto inondato di liquidità i mercati attraverso un'asta a 12 mesi da 442 miliardi di euro che non trova precedenti nel passato. Una situazione anomala, questa, che nel breve termine è presumibilmente destinata ancora a condizionare i tassi interbancari: «Non è escluso - sostiene Giuseppe Maraffino, strategist sul reddito fisso di UniCredit Group - che nei prossimi giorni si possa assistere un'ulteriore riduzione del tasso Euribor a un mese a causa dell'abbondante liquidità presente sui mercati. Nel medio termine, tuttavia, i tassi interbancari dovrebbero tornare ad avvicinarsi a quell'1% che resta l'obiettivo finale perché è il tasso di rifinanziamento Bce». I tassi impliciti ricavabili dai future sull'Euribor a 3 mesi indicano un ulteriore calo all'1,03% per settembre e una parziale ripresa fino all'1,14% entro fine anno.

di Stefano Lioia - Consulente Arco strumenti e prodotti finanziari

BIORAFFINERIE IN CAPITANATA?

Venerdì 19 giugno u.s. Arco Consumatori è stata invitata a partecipare ad un Forum Group, organizzato dall’Università degli Studi di Foggia in collaborazione con L’Assessorato alle Attività Produttive presso la sala consiliare della Provincia di Foggia, interamente dedicato alle Bio-raffinerie ed all’identificazione dei possibili impatti di un suo insediamento sul territorio di Capitanata.

Cosa sono le Bio-raffinerie? Sono sistemi industriali che integrando processi di conversione della biomassa di natura chimica, fisica o microbiologica consentono di ottenere sia prodotti energetici (es. biocombustibili) che composti chimici ad alto valore aggiunto.


In parole povere, grazie alla “chimica verde”, si sta riuscendo a riconvertire l’industria petrolchimica in un’industria non solo meno inquinante, ma vero motore pulsante dello sviluppo sostenibile, semplicemente usando come materie prime non più il petrolio, ma le piante.


L’agricoltura oggi è in grado di offrire un’alternativa ecologica a molti prodotti di origine petrolchimica, ma l’attenzione del mondo politico e imprenditoriale si è concentrata finora solo sull’uso energetico delle colture agricole.


Il concetto di Bio-raffineria supera questo limite, proponendo un impiego potenzialmente integrale della biomassa vegetale al fine di ottenere non solo prodotti energetici, ma anche materiali e sostanze chimiche ad alto valore aggiunto con ricadute decisamente più rilevanti per gli attori agricoli e industriali della filiera.


Non a caso lo sviluppo di Bio-raffinerie rappresenta un cardine del 7° programma quadro dell’Unione Europea, che stanzierà dal 2007 al 2013 oltre 53 miliardi di euro per la ricerca. Il loro sviluppo, sostiene ancora la Commissione UE, potrebbe dare un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel pacchetto europeo sui cambiamenti climatici.


L’idea di Bio-raffinerie sostenibili è sostenuta sia dalla politica che dalla ricerca. Così come si ottengono benefici dall’energia rinnovabile, un modello di Bio-raffineria sviluppato può fornire un vero e proprio vantaggio per l’economia della Capitanata con nuove competenze e più opportunità di lavoro.


Il nostro, come è stato evidenziato al convegno, rappresenta uno dei luoghi migliori dell’intero territorio nazionale, in cui possa trovare insediamento una risorsa di questo genere, e questo per la grande quantità di terreni dedicati all’agricoltura, colonna portante della Bio-raffineria.


E allora, se siamo stati capaci di essere gli apripista per lo sviluppo di energie alternative nel nostro Paese, perché non diventarlo anche per questo nuovo progetto?
fonte: Arco sede di Foggia

State attenti prima di firmare!



TAN, TAEG, ISC, Clausole vessatorie, Tasso variabile, Ammortamento alla francese, Euribor, Spread!?


Spesso, quando si va a richiedere un mutuo, si dà il consenso telefonico ad un operatore, si conclude un compromesso, ecc. ci si accorge che il contratto da stipulare non è sempre di facile comprensione.


Per non sbagliare e sottoscrivere delle clausole che non capiamo, facciamoci dare, con un po’ di anticipo rispetto al momento della stipula, sempre una copia del testo del contratto e/o delle “Condizioni generali”.


Questo ci permetterà di studiarne con attenzione il contenuto e di porre eventualmente le domande giuste alla controparte.


ARCO offre ai propri associati un Servizio di CHECK-UP su Contratti e Prodotti finanziari*.

* servizio su appuntamento GRATUITO per gli associati salvo questioni di particolare complessità il cui costo verrà comunque preventivato e comunicato prima di procedere ad ulteriore verifica. I tempi di risposta si intendono non vincolanti.


Se avete qualche dubbio o perplessità, prima di firmare trasmetteteci la copia del contratto, ARCO lo esaminerà per Voi e Vi metterà in guardia dalle eventuali insidie entro 5/7 giorni lavorativi.


A volte, le condizioni generali possono contenere elementi importanti da tenere in debita considerazione.


Ecco qualche esempio.



Estratto delle condizioni generali di un operatore turistico.





Proprio cosi! Il prezzo del pacchetto turistico può variare fino a 20 giorni prima della partenza. Fortunatamente, se il prezzo è aumentato in misura superiore al 10% del prezzo originario, il consumatore può esercitare il diritto di recesso dal contratto, in base ad altra clausola contrattuale.



Estratto delle condizioni generali di un contratto di una ditta venditrice di macchine da cucire.



In questo caso, la garanzia dura sì due anni, ma prevede, comunque, il pagamento di una quota per la manodopera e, qualora il tecnico effettui degli interventi al domicilio dell’acquirente, anche il pagamento della quota relativa al diritto di chiamata.



Estratto delle condizioni di garanzia di un contratto di vendita di un autoconcessionario.





La garanzia contrattuale vale due anni, ma si applica solo se l’acquirente fa eseguire sull’autovettura la visita di garanzia entro 10.000 km o entro 6 mesi dalla consegna (dipende da quale termine viene prima raggiunto). Occorre, cioè, stare attenti alle suddette scadenze e provvedere a far eseguire la visita di garanzia presso un punto di assistenza della rete commerciale della ditta venditrice, altrimenti si perde la copertura della garanzia.

Quando la Legge NON è uguale per tutti: il condono delle violazioni amministrative in tema di affissioni abusive effettuate dai politici


Come tutti sapranno il "Decreto milleproroghe", che ha apportato diverse modifiche nei campi dell'editoria, pubblica amministrazione, dichiarazioni dei redditi, ici, autostrade, taxi, carceri, scuola, sicurezza sul lavoro, pensioni, privacy, etc., è stato convertito nella Legge n. 14/2009.
Tra i tanti temi trattati, di sicuro interesse per il Paese, uno è letteralmente passato in sordina: il condono delle violazioni amministrative in tema di affissioni abusive perpetrate dai politici nelle campagne elettorali dal 2005 ad oggi.
Dall'entrata in vigore della legge 14/2009, i nostri politici non saranno più tenuti a pagare le sanzioni per i manifesti elettorali abusivamente affissi lungo la pubblica via, come i normali cittadini, ma dovranno pagare solo la sanzione di mille euro per ogni provincia "tappezzata" e per ogni anno dal 2005 sino ad oggi.
In pratica, detto in parole povere, "rimarranno impuniti" per legge, visto che la norma sarà difficilmente applicabile, considerato che non prevede accordi tra i vari comuni o tra le varie polizia municipali e provinciali, sui criteri di accertamento, né su chi sarà incaricato di accertare le violazioni o incamerare i proventi sanzionatori.E' triste dirlo, ma "fatta la Legge, trovato l'inganno"!L'emendamento del "condono" per le affissioni abusive dei partiti, ha avuto una storia particolare che vale la pena raccontare.L'ideatore è stato il senatore ex An, ora Pdl, Domenico Benedetti Valentini, che ha preparato il condono quadriennale al milleproroghe e ha trovato tre compagni di partito (due ex An, uno ex Forza Italia, Andrea Pastore) per farlo controfirmare. In più la proposta porta anche la sigla di un senatore Pd, Mauro Maria Marino, già funzionario della Regione Piemonte.Da quello che si legge nei vari siti/blog in Internet, l'emendamento è stato presentato in commissione, naturalmente di notte. Votato alla mezzanotte fra il 4 e il 5 febbraio scorso, nella commissione affari costituzionali del Senato, con il parere favorevole del relatore, Lucio Malan e quello contrario del Governo.E' stato votato da tutti e poi inserito nel maxi emendamento su cui, come si ricorderà, è stata chiesta la fiducia. E' da evidenziare che in diversi comuni italiani, il mancato introito di questi proventi sanzionatori causerà, secondo il servizio bilancio della Camera, seri problemi al patto di stabilità dal 2010 in poi, viste le consistenti somme che saranno "condonate".
Per chi, come il sottoscritto, crede ancora che la Legge sia uguale per tutti, dà alquanto fastidio che ancora una volta la "casta" si sia confezionata una norma a proprio uso e consumo, per tutelare gli astronomici stipendi percepiti dai politici e le casse dei partiti, a spese della collettività, delle nostre città d'arte e dei cittadini che dovranno comunque pagare di tasca propria la pulizia delle vie, costantemente imbrattate da manifesti colorati con sopra le "solite facce".Le stesse facce che spesso, nei comizi, inneggiano alla moralità.

Fonte: arco consumatori emilia romagna

Nessun colore, tutti i colori!

La Campagna ABBATTIAMOLE non ha e non potrebbe avere nessun colore e nessuna inclinazione politica in particolare.

Allo stesso modo auspichiamo che indistintamente tutti i colori vogliano contribuire al disegno d'insieme.

Una Barriera architettonica, per chi la subisce, non può essere ne rossa nè nera, non è nè di centrodesta nè di centrosinistra, nè delle vecchie nè delle nuove amministrazioni.

E' di chi s'impegni in prima persona a fare qualcosa per abbatterla, di chi concorra ad un gesto di indefettibile civiltà.

La speranza è che i meriti abbiano la stessa diffusione delle colpe; che una nuova e concreta sensibilità abbia una diffusione se possibile maggiore delle barriere architettoniche presenti sul nostro territorio.

Benvenuta oggi ogni lodevole professione d'intenti, avremo più nodi al fazzoletto di cui chiedere conto domani!

Campagna ABBATTIAMOLE
(ARCO Consumatori Foggia)

Presentazione campagna "ABBATTIAMOLE"



Molti pensano che “barriera architettonica” voglia dire solo uno scalino od un marciapiede senza scivolo, in realtà è molto di più. È qualsiasi elemento strutturale che crei un impedimento alla libertà di una persona con una disabilità temporanea o permanente.


A ciascuno di noi pensando ad un disabile viene in mente la persona in sedia a rotelle o non vedente, in realtà questa è una visione molto limitata. “Disabile” è qualsiasi individuo con difficoltà di deambulazione (per es. l'anziano), chi è costretto ad utilizzare le stampelle per un infortunio, l'ipovedente, la persona con capacità uditiva limitata o assente, la donna incinta o con il passeggino.

Le nostre città sono disseminate di centinaia di barriere architettoniche che limitano le possibilità di molte persone di muoversi autonomamente e di condurre una vita il più normale possibile. È importantissimo saper individuare questi impedimenti in modo da poterli segnalare e farli rimuovere e, in una prospettiva futura, evitare che da ora in poi vengano costruite delle opere pubbliche e private che non siano accessibili o lo siano in misura ridotta.

Con lo slogan “ABBATTIAMOLE”, ARCO Puglia (sede di Foggia), lancia una Campagna di Segnalazione Spontanea delle Barriere Architettoniche, sul modello di quanto già realizzato in alcune realtà urbane italiane.

Obiettivo dell’iniziativa non è solo contribuire alla mappatura della barriere esistenti nel territorio provinciale, ma soprattutto formare nella cittadinanza una nuova consapevolezza rispetto ad un tema che riguarda realmente tutti i cittadini, non solo in forza di un doveroso senso di solidarietà nei confronti di chi è portatore di una qualsiasi forma di limitazione delle abilità fisiche e sensoriali, ma perché una città più accessibile è più godibile da parte di tutti.

L’iniziativa consiste, infatti, nel coinvolgimento della cittadinanza nell’opera d’individuazione e segnalazione delle carenze di fruibilità dei percorsi, edifici e spazi d’interesse collettivo, mezzi di trasporto pubblico e segnaletica da parte dei cittadini che possono presentare limitazioni di carattere fisico, sensoriale, cognitivo o mentale.

Ai cittadini è richiesto di compilare il modulo per le segnalazioni o analoghe schede cartacee distribuite presso la sede di ARCO e dei partners dell’iniziativa.


Il cittadino, potrà effettuare un numero qualsiasi di segnalazioni mediante la scheda di monitoraggio, contenente ogni informazione necessaria ad identificare con precisione la zona ed il sito dove è presente la barriera.

S’invita la cittadinanza a partecipare a quest’iniziativa, in quanto i dati raccolti saranno di grande utilità per la programmazione delle attività di rilevazione, mappatura ed abbattimento delle barriere sul territorio.

Altro scopo della campagna sarà quello di fornire a tutti i cittadini la consulenza idonea all’ottenimento delle agevolazioni fiscali e, dove possibile, fondi per realizzare ristrutturazioni ed ammodernamenti al fine di eliminare le barriere architettoniche.

Nell'ambito del progetto ARCO sta organizzando un Convegno, al quale saranno invitate le associazioni di settore, i rappresentanti delle amministrazioni provinciali e i candidati sindaci alle elezioni Comunali, oltre alla cittadinanza tutta.

Scopo dell’iniziativa è:
  • sensibilizzare, le future amministrazioni comunali e quelle provinciali sul problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche;

  • segnalare edifici e siti in cui è necessario intervenire per l’abbattimento delle barriere, individuate dalla cittadinanza;

  • creare una mappatura di tutti i siti e gli edifici in cui è stata segnalata la presenza di barriere architettoniche;
  • proporre, di comune accordo, le soluzioni da adottare per il rispetto, anche coattivo, delle opere realizzate;

  • creare uno sportello, per i disabili, presso cui sarà possibile effettuare ulteriori segnalazioni e ricevere assistenza;Si segnalerà tale attività a tutti i comuni della provincia.

Modello segnalazioni barriere architettoniche

Il modello va compilato inserendo i dati dell'edificio e del sito urbano che presenta barriere architettoniche, specificando città, indirizzo, se si tratta di edificio pubblico quale ente lo utilizza, e quali barriere architettoniche sono presenti.


Si ricorda che il modulo va rispedito all'indirizzo e-mail abbattiamole@gmail.com o recapitato alla sede ARCO di Foggia in via taranto 8, ovvero consegnato presso le sedi dei partners dell'iniziativa.



Un ringraziamento in anticipo a tutti coloro che collaboreranno all'iniziativa.

DIGA DI OCCHITO: e se il problema non fosse solo l'alga rossa?



Le recenti iniziative della magistratura foggiana confermano quanto sostenuto da tempo da WWF, Centro Studi Naturalistici ed Arco Consumatori circa l'opacità della gestione dell'invaso di Occhito, principale risorsa per l'acqua potabile in Capitanata.
Ne è ulteriore conferma la scoperta fatta dalle associazioni che la cosiddetta alga rossa potrebbe non essere purtroppo l'unica emergenza sanitaria che affligge la diga. I pugliesi devono sapere infatti che da tempo imprecisato la Regione Puglia sta usufruendo di una deroga ai valori massimi ammissibili dei trialometani nell'acqua per il consumo umano. I trialometani sono una famiglia di composti che si formano quando l'acqua viene trattata con prodotti a base di cloro per la potabilizzazione e possono avere effetti cancerogeni e tossici su fegato e reni, gli stessi organi bersaglio delle ormai famigerate microcistine prodotte dall'alga rossa.
L'ultimo rinnovo della deroga è stato autorizzato dal Ministero della Sanità il 15/04/2008 e successivamente disposto dalla Regione Puglia il 22/07/2008.
Leggendo l'autorizzazione ministeriale si scopre che il provvedimento di deroga avrebbe dovuto riportare tra l'altro:
a) i motivi di deroga;
b) il parametro interessato, i risultati del precedente controllo pertinente ed il valore massimo ammissibile per la deroga;
c) l'area geografica, la quantità di acqua fornita ogni giorno, la popolazione interessata e gli eventuali effetti sulle industrie alimentari interessate;
d) un opportuno programma di controllo che preveda, se necessario, una maggiore frequenza dei controlli;
e) una sintesi del piano relativo alla necessaria azione correttiva, compreso un calendario dei lavori, una stima dei costi, la relativa copertura finanziaria e le disposizioni per il riesame.
Purtroppo nulla di tutto questo è desumibile dal provvedimento di deroga adottato dalla Regione Puglia la quale si è limitata a disporre che l'Acquedotto Pugliese provvedesse affinché la popolazione interessata fosse tempestivamente ed adeguatamente informata della deroga applicata e delle relative condizioni che la disciplinano, nonché provvedesse a formare raccomandazioni a gruppi specifici di popolazione per i quali la deroga possa costituire un rischio particolare.
Per cercare di fare chiarezza è stata inviata una richiesta di informazioni alla Regione Puglia e all'Acquedotto pugliese, e per conoscenza al Ministero della Sanità, al Ministero dell'Ambiente e alla Procura della Repubblica, per sapere tra l'altro:
- se il superamento dei parametri limite per i quali è stata disposta la deroga riguardi anche il lago di Occhito;
- se e come siano stati presi in considerazione, nella valutazione della qualità dell'acqua potabile interessata dalle fioriture algali, i possibili effetti cumulativi con quelli di cui alla deroga al parametro dei trialometani;
- quali siano state le azioni di informazione (tempestive e immediate) intraprese per la Provincia di Foggia, tenuto conto dei valori rilevati nella diga di Occhito, anche in considerazione dei possibili effetti cumulativi con le microcistine, e quali siano state le raccomandazioni fatte a gruppi specifici di popolazione per i quali la deroga possa costituire un rischio;
- quale sia la situazione relativa all'attuazione dei piani di risanamento previsti.
Il timore è infatti che, agli effetti nocivi delle microcistine si sommino quelli dei trialometani, determinando un'esposizione cumulativa a fattori di rischio che potrebbero essere particolarmente insidiosi per talune categorie come i bambini, le donne in gravidanza e i dializzati.
Resta il fatto che ancora una volta le istituzioni non hanno adottato le necessarie misure per informare correttamente la popolazione sulla reale situazione dell'acqua potabile in Capitanata.


Foggia, 18 aprile 2009


Arco Consumatori Puglia
Centro Studi Naturalistici
WWF Foggia






Richiesta di informazioni all'AQP ed alla Regione Puglia











decreto ministeriale trialometani









delibera deroga trialometani







Bonus elettrico




CHE COS'E'IL BONUS SULLA BOLLETTA ELETTRICA?
E' uno strumento introdotto dal Governo e reso operativo dall'Autorità per l'energia con la collaborazione dei Comuni , per garantire alle famiglie in condizione di disagio economico e alle famiglie numerose un risparmio sulla spesa per l'energia elettrica. Il bonus elettrico è previsto anche per i casi di disagio fisico, cioè per i casi in cui una grave malattia costringa all'utilizzo di apparecchiature elettromedicali indispensabili per il mantenimento in vita.
CHI HA DIRITTO AL BONUS ELETTRICO
Possono accedere al bonus tutti i clienti domestici intestatari di un contratto di fornitura elettrica, per la sola abitazione di residenza, con potenza impegnata fino a 3 kW per un numero di familiari con la stessa residenza fino a 4, o fino a 4,5 Kw, per un numero di familiari con la stessa residenza superiore a 4, e:
appartenenti ad un nucleo familiare con indicatore ISEE non superiore a 7500 euro;
appartenenti ad un nucleo familiare con più di 3 figli a carico e ISEE non superiore a 20.000 euro
presso i quali viva un malato grave che debba usare macchine elettromedicali per il mantenimento in vita. in questo caso semza limitazioni di residenza o potenza impegnata.
QUANTO VALE IL BONUS ELETTRICO
Nel caso di famiglie in condizioni di disagio economico e per le famiglie numerose, il bonus consente un risparmio pari a circa il 20% della spesa annua presunta (al netto delle imposte) per una famiglia tipo. Il valore è differenziato a seconda del numero dei componenti della famiglia.per l'anno 2009 è di:
58 euro per una famiglia di 1 o 2 persone
75 euro per 3 o 4 persone
130 euro per più di 4 persone
per i soggetti in gravi condizioni di salute il valore del bonus per l'anno 2009 è di 144 euro.
COME RICHIEDERE IL BONUS ELETTRICO
Per richiedere il bonus occorre compilare l'apposita modulistica e consegnarla al proprio Comune di residenza o presso altro istituto eventualmente designato dallo stesso Comune ( ad esempio i centri di assistenza fiscale CAF). I moduli sono scaricabili da questa pagina o reperibili presso i Comuni o sul sito del Ministero per lo Sviluppo economico.

Elettricità: sanzione a Enel Distribuzione S.p.A. per violazione norme a tutela consumatori

Milano, 24 marzo 2009

L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha irrogato una sanzione di 2 milioni di euro a Enel Distribuzione S.p.A. per non aver effettuato negli anni 2003-2005 il tentativo annuale di lettura dei contatori previsto dall’art. 3, comma 1, della deliberazione n. 200/99.


Il provvedimento sanzionatorio è stato deciso al termine di un’istruttoria formale – avviata su segnalazione di alcune associazioni di consumatori e di clienti finali – con la quale l’Autorità ha accertato l’inosservanza da parte di Enel Distribuzione dell’obbligo del tentativo di lettura annuale dei contatori presso tutti i clienti allacciati alla propria rete con potenza contrattualmente impegnata fino a 30 kW.


Nell’ambito del procedimento sanzionatorio e nel quantificare la sanzione, l’Autorità ha tenuto conto del ravvedimento operoso da parte di Enel stessa nel realizzare una serie di iniziative volte a riparare alla violazione commessa e a migliorare la propria politica commerciale e i suoi rapporti con la clientela.


In particolare, Enel Distribuzione: ha restituito gli interessi applicati sulla rateizzazione di fatture emesse negli anni 2004-2007; ha rinunciato agli interessi applicabili, ai sensi della deliberazione n. 200/99, sulla rateizzazione di tutte le bollette di conguaglio emesse nel 2008 e nel primo semestre 2009; ha esteso i punti di pagamento gratuito su tutto il territorio nazionale di 146 unità.


Il provvedimento VIS 22/09 è disponibile sul sito dell’Autorità (www.autorita.energia.it).

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina di cui all'art. 1, comma III della L. n. 62 del 7.03.2001.
Disclaimer Informativa privacy