Guida al mercato finanziario (Parte terza)

Investire consapevolmente
Applicare una strategia e pianificare un investimento significa non solo decidere quando comprare o vendere determinati prodotti finanziari, ma assumere un approccio mentale corretto. Non è infatti sufficiente conoscere i principi e le regole dei mercati finanziari per poter realizzare investimenti sicuri e remunerativi: esistono motivi irrazionali, percezioni errate e convinzioni personali che possono condurre a decisioni sbagliate. Se stai pianificando d’investire i tuoi risparmi, devi prestare particolare attenzione ad alcuni aspetti:
. Ricorda che nessuno regala soldi a nessuno, fai quindi attenzione alle proposte di facili guadagni!
. Verifica la coerenza dell’investimento con il tuo profilo personale in termini di reddito, capacità economica generale, permanenza di tale capacità economica per tutta la durata dell’investimento, età e livello d’istruzione, professione svolta o eventuale pensionamento nel corso dell’investimento.
. Raccogli informazioni dettagliate riguardanti tipologia, funzionamento e ripartizione dell’investimento; scelta dei prodotti finanziari; andamento del fondo/titolo nel quale si vuole investire; grado di sicurezza dell’investimento ed eventuali rischi.
. Ottieni risposte precise in merito a quanti soldi vengono trattenuti per le commissioni; quali sono e a quanto ammontano i costi di gestione; se, e a che prezzo, puoi avere i soldi investiti prima della scadenza, qualora ne avessi necessità.
. Nel dubbio, pretendi sempre una corretta e piena informazione sui prodotti finanziari.
. Non seguire le mode passeggere trascurando il buonsenso e la razionalità e non fidarti dei “consigli” interessati.

I doveri del promotore finanziario
Il promotore finanziario è tenuto all’osservanza di puntuali disposizioni nei confronti dei suoi clienti. Sin dal primo contatto, deve consegnare i suoi dati identificativi (iscrizione all’albo, dati anagrafici, estremi del domicilio professionale) e fornire un’adeguata comunicazione informativa. Inoltre, prima di far firmare qualsiasi carta, il promotore si deve informare sull’esperienza che il suo cliente ha maturato in materia d’investimenti finanziari, sulla sua situazione finanziaria, i suoi obiettivi d’investimento e la propensione al rischio. È inoltre tenuto ad illustrare in modo chiaro ed esauriente gli elementi essenziali dell’operazione, del servizio o del prodotto in questione, con particolare riguardo ai relativi costi e rischi patrimoniali e all’adeguatezza dell’operazione in rapporto alla specifica situazione del cliente. Infine, deve aver consegnato copia del prospetto informativo o degli altri documenti informativi, ove prescritti. Una volta sottoscritto il contratto, il promotore finanziario dovrà fornire copia dei contratti, delle disposizioni d’investimento o disinvestimento e di ogni altro documento sottoscritto dal cliente. Inoltre, in caso di variazione dei suoi dati, dovrà provvedere a consegnargli copia di una sua dichiarazione da cui risultino aggiornati gli elementi identificativi.

I diritti del consumatore
Banche e operatori finanziari per legge hanno obblighi precisi nei confronti del cliente. Sono tenuti ad adottare un comportamento diligente, trasparente, corretto e professionale, acquisendo tutte le informazioni necessarie sulla situazione del cliente, definendone il relativo profilo in termini di esperienza in materia di investimenti, situazione patrimoniale, capacità di investimento, obiettivi e propensione al rischio. È inoltre importante che essi forniscano al cliente informazioni sui rischi generali degli strumenti finanziari, su quelli della specifica operazione e sull’andamento dell’investimento quando questo presenta perdite effettive o potenziali. È inoltre loro dovere verificare l’adeguatezza del tipo di operazione con il profilo del cliente ed adottare le misure idonee a salvaguardare i suoi diritti.

La tutela del risparmio
Eventi recenti (basti pensare al gran numero di risparmiatori che si sono trovati in possesso di obbligazioni o azioni quasi senza valore a seguito del fallimento di diverse imprese), hanno fatto perdere la fiducia nelle istituzioni bancarie e mostrato come in Italia non sia più rinviabile una riforma delle norme di tutela del risparmio. Anche se alcuni tribunali di primo grado hanno riconosciuto la responsabilità di certe banche per il mancato rispetto delle regole di condotta imposte dalla legge nella prestazione dei servizi di investimento, la difficoltà di approvazione della “legge sul risparmio”, abbinata alla lentezza della giustizia italiana, rendono spesso difficoltosa la tutela legale degli interessi di tanti risparmiatori. Anche per questo motivo è opportuno familiarizzare con un insieme di strumenti di tutela, diretti e indiretti, per non limitarsi alla sola tutela legale, spesso indispensabile. È comunque l’informazione il primo elemento di tutela in settori tecnici come quello finanziario, in cui i risparmiatori, spesso non forniti di adeguata conoscenza, vengono bombardati da messaggi pubblicitari che possono indurre ad investimenti non corretti. Nella giustizia ordinaria infatti, aspetti come il gran numero di processi, la loro lunghezza e i costi elevati, spesso scoraggiano l’effettiva tutela dei diritti dei consumatori.
Valuta bene: a volte può essere molto più conveniente risolvere le conflittualità in una fase precedente, anche mediante un accordo. In particolare, per tutela extragiudiziale si intende quell’insieme di strumenti di cui può disporre il consumatore per risolvere le controversie in via alternativa alla giustizia ordinaria.

Il ruolo delle associazioni dei consumatori
Per tutelare i propri diritti, può essere d’aiuto rivolgersi ad un’associazione di consumatori accreditata a livello nazionale, come ARCO, che svolge attività d’informazione, consulenza, formazione e tutela legale ed extragiudiziale con i conciliatori. ARCO, ogni giorno, raccoglie segnalazioni offrendo assistenza e consulenza
Servizi:
Per conoscere ARCO, le sue attività e la sede a te più vicina, vai su www.arcoconsumatori.it

Le controversie con le banche
In campo finanziario, il consumatore può intraprendere diverse strade di tutela extragiudiziale:
. il ricorso all’Ombudsman;
. il ricorso all’Antitrust per pubblicità ingannevole;
. la conciliazione (quest’ultima rappresenta un’esperienza limitata alla recente crisi del risparmio).

Ombudsman o giurì bancario
L’Ombudsman è stato istituito nel 1993, su iniziativa dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), per risolvere gratuitamente le controversie, tra banche ed intermediari da un lato, e con la clientela, dall’altro. È un organismo collegiale, autonomo e indipendente al quale, dal 1° gennaio 2006, può far ricorso qualsiasi cliente bancario che abbia subito un danno economico non superiore a 50 mila euro. Prima di questa data potevano ricorrere solo i consumatori e nel limite dei 10 mila euro. Prima di chiamare in causa l’Ombudsman, il cliente si deve rivolgere all’Ufficio reclami della banca o dell’intermediario finanziario con il quale è in lite; questi, entro 60 giorni (90 in caso di ricorso su prodotti finanziari), dovrà accogliere o meno il reclamo. In assenza di risposta, o a fronte di una risposta negativa, il cliente potrà ricorrere (entro un anno) all’Ombudsman, che avrà 90 giorni per prendere una decisione. Nel caso in cui l’Ombudsman prenda una decisione sfavorevole per il cittadino, quest’ultimo mantiene comunque il diritto di rivolgersi all’autorità giudiziaria; la decisione dell’Ombudsman, infatti, è vincolante per la banca o per l’intermediario finanziario, ma non priva il cliente del diritto di rivolgersi comunque all’autorità giudiziaria.

Pubblicità ingannevole e Antitrust
È da ritenersi ingannevole ogni messaggio pubblicitario che, in qualunque modo, possa indurre in errore le persone, pregiudicando in tal modo il loro comportamento economico, o danneggiare un concorrente. La legge sanziona con multe molto salate chi promuove prodotti i cui requisiti non rispondano a verità; l’obiettivo è impedire l’acquisto di beni e servizi sulla base di informazioni non corrette che possano indurre ad una rappresentazione non veritiera della realtà. L’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Antitrust) vigila a tutela del consumatore in tema di pubblicità ingannevole, ma non può agire d'ufficio. Essa si attiva solo a seguito di una denuncia effettuata da singoli consumatori, associazioni dei consumatori, concorrenti delle imprese che diffondono presunti messaggi ingannevoli, Ministero delle Attività Produttive e
Pubblica Amministrazione (PA). In tema di tutela del risparmio e pubblicità ingannevole, si può chiedere al giudice di annullare il contratto perché mancante di quella trasparenza necessaria a rendere consapevole il risparmiatore (per esempio perché contiene clausole eccessivamente onerose per il risparmiatore o esposte in modo poco chiaro, se non addirittura nascoste nel messaggio pubblicitario).

La conciliazione
La conciliazione è una delle modalità alternative al sistema giudiziario, con le quali i cittadini possono tutelare i propri diritti. La conciliazione, favorita dalla Comunità Europea, si basa su accordi tra associazioni dei consumatori da un lato, e aziende o PA dall’altro, per trovare soluzioni idonee ai problemi che si presentano sul versante dei rapporti tra consumatori e servizi di pubblica utilità; nel nostro caso tra risparmiatori e servizi bancari e finanziari. In ambito bancario, la conciliazione, così come si è diffusa a seguito di recenti scandali finanziari, non è regolata da leggi bensì da accordi volontari tra le parti, che congiuntamente stabiliscono procedure per la gestione dei conflitti. I risultati ottenuti con i tavoli di conciliazione, seppur ancora provvisori e con molti limiti, sono una risposta concreta alla volontà di migliorare la relazione tra clienti e banche; di fatto, si devono alla conciliazione i principali risultati in termini di tutela dei diritti dei consumatori ottenuti negli ultimi anni. Vi sono tuttavia dei limiti: solo il 16% dei cittadini interessati ha potuto accedere a tavoli di conciliazione mentre il restante 84% ne è rimasto escluso in quanto clienti di istituti di credito che non hanno voluto attuare alcuna procedura di conciliazione.

ADR (Alternative Dispute Resolutions)


Gestire bene il conflitto per evitare la cattiva reputazione

Un’inchiesta dimostra che le imprese meno virtuose vengono stigmatizzate.

Una nuova ricerca del CEDR di Londra (Centre for Effective Dispute Resolution) conferma i danni che la cattiva gestione del conflitto provoca alle imprese. Sulla base dei questionari inviati a 160 responsabili delle pubbliche relazioni o della comunicazione, si è dimostrato che mentre solo uno su tre ricordava delle organizzazioni e delle aziende che gestiscono bene il conflitto, oltre due intervistati su tre ricordavano invece di chi gestisce male tali situazioni. Tra le aziende virtuose: Virgin, Tesco e la Metropolitana di Londra. Tra i cattivi: British Airways, le Poste britanniche, il Servizio Sanitario Nazionale e McDonalds.

Quasi tutti gli intervistati hanno affermato che vincere non è necessariamente la cosa più importante in una lite. Diversi hanno menzionato che in caso di controversia è importante evitare i rischi di impatti negativi sulle vendite, di raggiungere un risultato iniquo, e ben 9 su 10 hanno dichiarato che più importante di vincere è mantenere la relazione con la controparte. Più importanti della vittoria a tutti i costi sono risultati anche la velocità e la riservatezza del procedimento, i costi contenuti, la necessità di stabilire un precedente e la prevedibilità del risultato.

Tra tutti i tipi possibili di controversie, quelle più pericolose sono quelle con i clienti. Secondo uno degli intervistati, “il modo in cui l’organizzazione gestisce il conflitto è alla base della sua reputazione. Spesso, purtroppo, i manager non ritengono di importanza strategica la gestione dei conflitti, e relegano la questione tra i problemi legali”.

Le risposte che otteniamo dal nostro interlocutore nei periodi di crisi e di difficoltà tendono in genere a rimanere impresse per un periodo più lungo. Cercare di annientare il proprio avversario è un metodo sicuro per infliggere un grave danno anche a sé stessi. Non è sempre possibile evitare il conflitto, ma è possibile evitare di danneggiare la reputazione della propria azienda o della propria organizzazione creando una struttura e un sistema per non perdere il controllo sulle liti.

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