Canone RAI, basta ipocrisie!

Il canone cosi com’è non ci piace. I motivi sono noti, Non c’è proporzione fra il costo della tassa e la qualità del servizio. Siamo per pagare solo il giusto. Ma cos’è il giusto? Per esempio è giusto che paghiamo per quello che ci serve e per questo, non abbiamo bisogno di tre reti. Ne basta una. Le altre se le paghino chi vuol vedere quello che gli viene offerto dalle tv commerciali. In libera concorrenza. Mi piace quella partita di calcio ? Me la pago. Voglio vedere il concorso di Miss Italia? Me lo pago. Quel che non arriva dal pagamento del singolo spettacolo, la rete se lo procuri con la pubblicità. Se non copre le spese, chiuda e lasci spazio a chi sa far di meglio.
Per la rete che svolge un servizio pubblico la musica dovrebbe essere diversa. Senza ancora pensare ad una razionalizzazione dei costi, un terzo delle reti, un terzo del canone . La pubblicità ? Poca, eventuale e solo quanto basta per coprire i costi.
Per i programmi vorremmo per esempio, dalla rete del servizio pubblico, risposte legate alle nostre domande d’informazione, di approfondimento, di cultura politica, oppure occasioni di crescita culturale con servizi dedicati a cinema, teatro, musica di qualità.
Ci piacerebbe avere messaggi positivi su come fare impresa, su come essere buoni consumatori, su come favorire la cultura dei diritti civili, della parità di genere, dell’accoglienza e dell’integrazione: Vorremmo ricevere stimoli per la soluzione positiva dei problemi di ogni giorno. I temi? Uno fra mille ad esempio, su come essere aiutati alle relazioni interpersonali, dalla storia, dalla filosofia, dalla psicologia, dalle testimonianze di spiritualità, senza prediche e condizionamenti ecc.
E sui costi, vorremmo una trasparenza totale e una commissione di garanti, fuori dalla spartizione dei partiti.
La levata di scudi da parte dei partiti cosiddetti democratici a favore della obbligatorietà del canone, puzza d’imbroglio. Prima di difendere il canone occorre che chi vuole essere credibile con i cittadini ci dica che è contro la tassa sul possesso dei televisori e degli altri apparecchi utili a ricevere le trasmissioni, riaffermi il principio che si paga per quello che si riceve, che si utilizzeranno solo le maestranze che servono senza regalare pensioni anticipate a persone inutili, che si attiveranno forme di controllo dal basso sia sui programmi che sulla gestione finanziaria, che non si accetterà piu che la libertà d’informazione diventi l’alibi per far pagare ai consumatori, a piè di lista, il disservizio attuale.
Moralisti del PDL, del PD, dell’UDC, della LEGA, dell’ ITALIA DEI VALORI, se ci siete, battete un colpo o smettetela di fare teatrino, prima, occupando tutti i posti disponibili a raffiche di mitra e poi, piagnucolandovi addosso sulla invadenza della politica nella principale azienda culturale italiana, in nome della libertà della cultura e dell’informazione.
Ormai il re è nudo e non è un granché!

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