Intervista a Lorenzo Bottalico sui prodotti finanziari

Come consulente bancario dell'Associazione consumatori ARCO mi sento il dovere di lanciare un forte appello a tutti i piccoli risparmiatori privati a non cedere alle tentazioni ed alle lusinghe di facili guadagni prospettate dalle banche, dalle compagnie di assicurazione, dagli uffici postali o dai vari promotori finanziari.

Il piccolo risparmiatore - per poter dormire sogni tranquilli senza rischiare di veder sfumare i sudati risparmi - deve assolutamente tornare ad investire esclusivamente in titoli di Stato (BOT e CCT). Troppi privati consumatori sono venuti presso di noi lamentando vistose perdite sui loro risparmi a causa di investimenti mal consigliati carpendo la buona fede e spesso (perché no) della totale ignoranza del risparmiatore in materia finanziaria. Infatti da diversi anni tutti gli Istituti di credito (tradizionali e telematici), le Compagnie di Assicurazione - ed ultimamente anche Poste italiane - immettono sul mercato una vasta gamma di prodotti finanziari senza badare all'effettivo profilo dell'acquirente sottoscrittore.
Vengono offerti prodotti assicurativi ed obbligazioni strutturate a soggetti che spesso non posseggono un'adeguata preparazione finanziaria, carpendo la buona fede da questi riposta verso il soggetto proponente l'investimento.

Con l'allettante proposta di rendimenti più appetitosi, vengono dirottati verso tali forme di investimento gran parte del cosiddetto Bot people spacciando l'operazione come altrettanto sicura rispetto ai titoli di Stato. Ovviamente le cose non stanno proprio così ed il vero affare viene concluso dal soggetto proponente che incassa subito - a sottoscrizione avvenuta - una commissione quadrupla o quintupla rispetto a quella prevista per la collocazione dei titoli di Stato.

E' pur vero che all'investitore viene consegnata - all'atto della sottoscrizione - la nota informativa che contiene tutti i particolari dell'operazione, ma tale documento, molto spesso non viene neppure sfogliato dal cliente che si accontenta della descrizione sommaria fornita dall'operatore. Costui, costretto da esigenze di budget a dover piazzare un certo numero di titoli, è spinto ad evidenziare i pregi ed a sottacere gli aspetti negativi dell'investimento.

I prodotti finanziari assicurativi - spesso contraddistinti dalla parola "index" - hanno la caratteristica di avere l'importo dovuto dal soggetto emittente direttamente collegato al valore di parametri di riferimento di uno o più indici finanziari. In pratica viene assicurato un rendimento considerevole per uno o due anni e poi, a seconda del verificarsi o meno di determinati eventi finanziari (ad esempio variazioni di alcuni indici azionari oltre un limite prefissato o oscillazioni di valute entro una precisa data di rilevazione), il rendimento può variare da zero ad un tasso massimo prestabilito. Poiché in realtà si tratta di una vera e propria scommessa che il più delle volte non si realizza a causa dei numerosi paletti posti, il rendimento di tale investimento - spacciato come interessante sulla base dell'alta remunerazione dei primi due anni - spesso nell'arco degli anni di durata (dai sei ai dieci), risulta inferiore a quello dei bot. Senza contare che tali titoli, a causa dell'andamento dei parametri di riferimento (spesso titoli azionari di grandi società), hanno forti oscillazioni nel corso della loro durata e quindi la disponibilità delle somme investite viene di fatto vaneggiata dalle deludenti quotazioni alla data del verificarsi di necessità economiche.

Il soggetto emittente si pone subito al riparo da eventuali turbolenze di mercato coprendo il rischio mediante un'obbligazione strutturata (tale denominazione indica un prestito che, anziché prevedere un interesse prestabilito a tasso fisso o variabile, lega il rendimento al verificarsi o meno di alcuni eventi finanziari), emessa da primaria compagnia di assicurazione o istituto di credito. Resta pertanto a carico dell'ignaro sottoscrittore il rischio che l'emittente dell'obbligazione strutturata non sia in grado di far fronte ai propri adempimenti (come purtroppo è accaduto con la Lehman Brothers che ha lasciato sul lastrico tutti i possessori di polizze - emesse da svariati istituti italiani - che avevano tale banca come emittente della garanzia).

Ultimamente anche Poste italiane ha voluto emulare banche e compagnie di assicurazioni offrendo ai correntisti di bancoposta prodotti assicurativi come "Postafuturomultiutile" e "Postafuturo Forza 4" ed obbligazioni strutturate come quelle emesse da Banca Imi. Tali collocamenti risultano ancora più inopportuni vista la tradizionale clientela di bancoposta costituita in grande maggioranza da piccoli risparmiatori da lavoro dipendente e da pensionati. Tali categorie di privati, distribuiti in tutti i centri anche piccolissimi, sono in massima parte completamente a digiuno anche della terminologia dei prodotti finanziari e quindi non in grado di poter valutare le offerte proposte dal personale delle poste.

In particolare lo strumento finanziario Imi è un'obbligazione strutturata scomponibile in una componente obbligazionaria a tasso fisso e in una componente derivata implicita. L'evento azionario (cioè la "scommessa" sottostante al titolo) si verifica laddove, in almeno uno degli anni di riferimento (dal 2011 al 2014) la media aritmetica dei valori di ciascuno dei cinque indici di riferimento (Nikkei, Dow Jones, Standard & Poor's, Swiss Market Index, Hang Seng), rilevati annualmente alle tre date di osservazione finale, non subisca un deprezzamento superiore al 10% rispetto alla media dei valori di ciascun indice alle date iniziali.

La commissione di collocamento risulta molto interessante per Poste italiane ed è pari al 3,60% del valore nominale sottoscritto. Inoltre bisogna sapere che il valore nominale sottoscritto viene suddiviso per l'84% come valore della componente obbligazionaria, il 12% come valore della componente derivata ed il 3,6% come commissioni di collocamento (pertanto il valore complessivo investito è di 96,4 ogni 100 versato). Questo comporta che il prezzo di realizzo delle obbligazioni, già il giorno dopo l'investimento, risulta decurtato di tale percentuale; inoltre, poiché le quotazioni sono soggette alle oscillazioni dei titoli azionari di riferimento, in caso di forti ribassi degli indici come sta avvenendo in questo periodo il prezzo di realizzo delle obbligazioni - in caso di necessità di liquidità dell'investitore - risultano fortemente penalizzanti.

Le obbligazioni sono soggette al rischio che la società emittente non sia in grado di pagare gli interessi o di rimborsare il capitale a scadenza ed inoltre non sono coperte dalla garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Questo titolo dà diritto ad una cedola del 5,40% lordi per i primi due anni e poi all'1,10% lordi per tutti gli altri anni se non si verificano gli eventi previsti dalle rilevazioni annuali; in questo caso - molto probabile - il rendimento complessivo dell'investimento è pari al 2,2% (al di sotto del rendimento medio dei titoli di Stato). Qualora invece la "scommessa" viene vinta - anche per un solo anno - sono previste alte remunerazioni.

Per i motivi sopraesposti riteniamo - come associazione di difesa dei consumatori - di dover criticare il proliferare di prodotti finanziari non adatti alla folta platea dei piccoli risparmiatori che dovrebbero poter dormire sogni tranquilli investendo in titoli di Stato o nei tradizionali Buoni fruttiferi postali.
Lorenzo Bottalico

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